Abstract

I read “La bomba,” a short story by Italian writer Clara Sereni, during the Italian Women Writers course that I completed in the Fall 2020 with Professor Po DeLisle. It tells the story of a homeless man named Donnarumma who is looking for a place to stay for the night. Despite being offered several places to sleep by people that he knows in the town, he ultimately decides to find his own spot, and in doing so, he ends up stumbling across an empty cave where he finds a bomb. While in the cave, his past starts to haunt him with memories of his work and love, but he is soon kicked out by police, questioned about the bomb, and forced to walk to the main square of the town together with many other people that live near the cave. A huge crowd soon gathers in the city center, and the commotion turns into a celebration where several social outcasts and “normal” people come together, eating and dancing together in the moonlight. This paper analyzes Donnarumma’s life, his past and service to the community, as well as the interaction among the characters and the importance of a closer integration for a better society.

“La bomba che unisce”

“La Bomba” è un racconto di Clara Sereni (1946-2018), un'autrice italiana di origine ebraica, molto conosciuta per aver scritto il romanzo Casalinghitudine nel 1987. Questo racconto fa parte di un libro intitolato Eppure, pubblicato nel 1995. Si tratta di una raccolta di racconti che parlano di esperienze di vita sia gioiosi che tragici e che hanno come protagonisti persone emarginate dalla società. Che abbiano handicap fisici o mentali, o possano aver bisogno di aiuto o supporto da altri o da oggetti inanimati, tutti i personaggi inclusi in questo romanzo sembrano essere isolati o esclusi dal mondo reale e si trovano ad affrontare delle sfide e delle difficoltà. Clara Sereni è sempre stata sostenitrice delle persone più vulnerabili, facendosi voce dei loro disagi e dei loro diritti, e il racconto che voglio qui presentare è un esempio di questa sua scrittura dedita all’inclusione di tutti.

“La Bomba” racconta di un uomo di nome Donnarumma, un senzatetto, infermo a un braccio, alla ricerca di un luogo dove potersi sistemare, dopo che il condotto in cui aveva abitato alcune notti prima prende fuoco. Un prete di nome Don Luca e un uomo marocchino di nome Fadl cercano di suggerirgli alcuni posti in cui potrebbe passare le sue notti, ma Donnarumma rifiuta di ascoltare le loro indicazioni e decide di trovarsi un posto da solo. Non se la sente di abitare con Miriam, una donna costretta in carrozzella che potrebbe ospitarlo in casa, come gli suggerisce il parroco, e nemmeno di stare con altri senzatetto, come gli dice Fadl. Non trovando nessun’altra sistemazione, il protagonista decide di passare la notte in una grotta considerata da tutti molto pericolosa per dei delitti e dei crolli che erano avvenuti al suo interno. Quando Donnarumma arriva alla cava, trova una bomba e, riconoscendo la marca della ditta che l’ha prodotta, capisce che non si tratta di un residuo bellico, ma di un esplosivo che qualcuno ha portato di recente dentro alla grotta. Donnarumma è un esperto di esplosivi perché aveva lavorato proprio nella fabbrica che ha prodotto la bomba da lui trovata e aveva perso il lavoro a causa di una esplosione. Nonostante abbia un po’ di paura, decide di rimanere nella grotta a dormire e di rimanervi per diverse notti. Il senzatetto beve vino nella sua caverna prima di addormentarsi e, emozionato dal potenziale pericolo che sta affrontando, pensa alla bomba, pensa al suo passato, al suo lavoro nella fabbrica di esplosivi, a un uomo di nome Zazza, a una donna di nome Marisa di cui era innamorato ma da cui vuole mantenere le distanze.

A Donnarumma piace vivere nella grotta, ma presto molte persone vengono a scoprirlo e sono preoccupate che possa accadergli qualcosa di brutto. Una notte, i poliziotti arrivano alla grotta e lo portano alla stazione di polizia per interrogarlo sulla bomba. Dopo essere stato ascoltato, i poliziotti lo riportano alla grotta per farsi indicare la posizione esatta della bomba. Poi la polizia gli dice che deve allontanarsi. Naturalmente il protagonista perde la sua caverna e, sconfitto e di nuovo senzatetto, si dirige verso la piazza della cittadina. Nel giro di poco tempo si radunano nella piazza molte persone sfollate dalle loro case a causa della bomba: ai drogati, agli spacciatori, ai travestiti si uniscono gli impiegati, gli anziani, i bambini. La piazza della città si riempie rapidamente e diventa un enorme raduno con cibo, bevande, musica e balli e la storia si conclude con Donnarumma e Marisa, la donna da lui amata, che ballano insieme ad altre coppie, senza preoccuparsi di cosa sarebbe successo con la bomba, e godendosi il dolce momento che gli è stato regalato.

Il personaggio principale di questa storia è il senzatetto Donnarumma. La narratrice lo ritrae come un uomo indipendente che ha voglia di cavarsela da solo, di non disturbare nessuno e di godersi la sua solitudine. Ma Donnarumma fa anche delle cose importanti per la città: immergersi nei cassonetti per cercare vestiti, cibo, o qualsiasi cosa possa aiutarlo, ad esempio, non è l’unico scopo delle sue ricerche. Guardare nella spazzatura è per lui un lavoro giornaliero che fa per riciclare dei prodotti che si possono ancora utilizzare o per dividere rifiuti che le persone gettano senza cura, fornendo così un servizio utile al bene della comunità in cui vive. La narratrice ci spiega infatti che Donnarumma: “trovò una valigia di cuoio come nuova...la spolverò, la mise in bella vista accanto a un lampione per chi ne avesse bisogno...trovò due bottiglie da whisky che lo costrinsero al tragitto fino al contenitore del vetro” (Sereni, 107), facendoci capire come il personaggio pensi agli altri con il gesto della valigia e il giusto riciclo dei materiali.

La persona che rende Donnarumma allegro e socievole è Marisa, che compare nella piazza alla fine della storia. Sebbene non sia descritta in modo dettagliato, fin dall’inizio del racconto capiamo che Donnarumma prova dei sentimenti per questa donna da cui ha anche avuto una figlia: “Anche su Marisa tornò, una volta: ma una volta sola, perché quell'amarezza neanche il vino riusciva a cancellargliela dalla gola, e l'allenamento di anni lo convinceva a tenerla a distanza” (Sereni, 109). Ma alla fine il protagonista si avvicina alla donna e si lascia andare ai suoi sentimenti. Questo è enfatizzato dal ballo nella piazza del paese alla fine della narrazione: “Tutte le possibilità gli pesarono sulle spalle e allora non esitò più e strinse a sé Marisa, con tutta la forza del braccio sano, con tutto l'amore che c'era stato” (Sereni, 126). La presenza di Marisa cambia completamente la personalità di Donnarumma, prima distante e solo, poi pieno di passione e vitalità, poiché trova in lei la gioia e il conforto di cui ha così disperatamente bisogno.

Un altro personaggio importante nella narrazione è Zazza, un collega che ha lavorato insieme a Donnarumma nella fabbrica di esplosivi e che immagina avere fatto carriera nell'azienda dopo che lui era stato licenziato. L’arrivo di Zazza durante le indagini sulla bomba nella grotta fa riflettere sui loro rapporti. All’inizio, Donnarumma si sente a disagio quando vede il collega, prova rancore per questo uomo che lo ha incolpato dell’esplosione alla fabbrica e, riflettendo su questo momento, pensa alla “rabbia per chi gli aveva rovinato la vita, il compagno di officina che gli aveva addossato ogni colpa per farsi bello con la dirigenza: quando faticava ad addormentarsi, sempre lui, Zazza, gli veniva in mente, se lo immaginava salito di categoria, ingrassato dal benessere e dai tradimenti” (Sereni, 109). Ma nel finale Donnarumma cerca di superare il passato e accettare il presente, vede che Zazza si vergogna di se stesso e lo aiuta a calmare la folla preoccupata per una imminente esplosione.

Altri due personaggi importanti da ricordare sono Fadl, il marocchino che Donnarumma conosce personalmente e che ogni tanto gli dà lavoro, ed Eleonora, una delle travestite che Donnarumma ha incontrato nella strada. Anche se entrambi cercano di aiutare Donnarumma e si preoccupano per lui, Donnarumma si rifiuta di avvicinarsi troppo a loro o di formare qualsiasi tipo di amicizia. L’atteggiamento del protagonista verso questi due personaggi è molto significativo per il quadro generale della storia, perché la loro presenza enfatizza l'emarginazione che ciascuno di loro deve affrontare nella società italiana come senzatetto, come immigrato o come emarginato. Donnarumma preferisce la sua solitudine, si vede e si considera diverso dall’immigrato, dal travestito, dalla donna in carrozzella, e non vede, invece, come siano tutti degli esclusi. Il suo atteggiamento cambia lentamente nel corso della storia e alla fine, quando tutti sono radunati nella piazza del paese e iniziano a legarsi tra loro, diventa chiaro che solo aiutandosi a vicenda ognuno di loro può migliorare la propria vita.

La narratrice onnisciente ci guida attraverso la trama e i dialoghi, costruendo una specie di puzzle e offrendo anticipazioni e dettagli che trovano un loro senso solo alla fine del racconto. Non ci sono indizi specifici sul luogo in cui si svolge questa storia, ma questa piccola cittadina italiana, ambigua e sconosciuta, in cui tutti si conoscono ma si tengono a distanza, può essere una qualunque piccola città italiana di provincia, in cui la diversità emerge ancora di più che in una grande città. La narratrice sceglie di parlare di personaggi emarginati, che si tratti di Donnarumma o di personaggi secondari come Fadl e le travestite, siamo difronte a personaggi che appartengono a una popolazione discriminata a causa della loro classe sociale, della loro nazionalità o del loro genere. Raccontare di queste persone significa dare voce a situazioni e sfide che non molti privilegiati possono capire, ma sottolinea anche il fatto che non sono soli e che, nonostante abbiano diversi ostacoli da affrontare e vite diverse, possono aiutarsi a vicenda.

La narratrice passa da un tono freddo e pessimista a un tono più caldo e ottimista e nel finale sembra esserci: “la possibilità di un piccolo riscatto” (Po, 158). I lettori capiscono come la narratrice: “dia voce alle zone mute dell’esistenza, e nel fare questo renda possibile cogliere gli aspetti più spietati del comportamento umano, ma anche come immagini, nel finale, un utopico momento di collettività dei “cittadini” dei racconti, lasciando nel lettore l’impressione che vi sia una piccola speranza di integrazione” (Po, 158). L'idea di unità e inclusione emerge alla fine del racconto quando tutti sono radunati nella piazza del paese. L’ansia e la preoccupazione svaniscono e il raduno diventa un’occasione per festeggiare insieme, mangiando, bevendo, suonando musica, chiacchierando, ridendo e ballando. I personaggi: Donnarumma, Marisa, Fadl, la donna in carrozzaella, Zazza, il parroco, iniziano a unirsi alla folla e ai loro festeggiamenti, non preoccupandosi di cosa sarebbe successo dopo, ma godendosi un momento di vita condiviso. Tutti si uniscono, sia in senso letterale che figurato, indipendentemente dalla loro classe sociale, dal sesso, dalla razza e dall’età. Nel finale, assistiamo al festeggiare di tutti con tutti, normali e diversi, e le stelle che brillano diventano “indice di speranza” (Po, 168). Questa storia è come un ottovolante di emozioni, trasmette l'idea dei momenti belli e brutti della vita quotidiana, sottolineando l'umanità di tutti noi e l’importanza dell’integrazione.

Bibliografia

  • Paulicelli, Eugenia. "Clara Sereni." Jewish Women: A Comprehensive Historical Encyclopedia. 27 February 2009. Jewish Women's Archive.
  • Po, Giulia. Scrivere la diversità: autobiografia e politica in Clara Sereni. Cesati, 2012.
  • Sereni, Clara. Eppure. Feltrinelli, 1995.

Bio - Valeria D’Arace

Ciao! My name is Valeria D’Arace, I am 21 years old, and I am a senior at UMass Lowell pursuing a bachelor's degree in Sociology with a minor in Italian Studies. I am fluent in both Italian and English and have lived in Italy until I was 13 years old. I am also an Italian tutor. I enjoy traveling, going to concerts, cosmetology and playing with my dog, Blossom.